Pubblicato il 11 Dicembre 2018Ultimo Aggiornamento: 7 Settembre 2021

Eccoci al secondo appuntamento di questa nuova rubrica sui grafici particolari per una scelta di visualizzazione diversa e controcorrente. Quante volte all’interno dell’ennesimo report o della solita presentazione ti sei ritrovato a pensare che vorresti usare qualcosa di diverso dal prevedibile grafico a torte, dal banale grafico a linee, dall’inflazionato grafico a barre? Non è una scelta da prendere alla leggera: in questo post abbiamo spiegato  per bene perché un grafico inconsueto può complicare la lettura dei dati e per quale motivo bisognerebbe sempre prediligere la semplicità, scegliendo un grafico particolare solo quando è davvero il modo migliore per comunicare. Nel post precedente dedicato ai grafici a radar, avevamo anticipato che questa volta avremmo parlato di un grafico che… quasi non esiste. Avevi indovinato il riferimento? Oggi parliamo del Bullet Graph.

Bullet Graph: cos’è e quando usarlo

Il protagonista di oggi è un grafico molto particolare: il Bullet Graph. Perché lo abbiamo definito “un grafico che quasi non esiste“? La risposta è semplice: prova a fare una breve ricerca su Google e ti renderai presto conto che si trova pochissimo materiale. Il motivo? Fino a qualche anno fa neanche esisteva! Il Bullet Graph, infatti, è giovanissimo: è stato inventato nel 2005 da Stephen Few, uno dei maggiori esperti al mondo di Data Viz. L’obiettivo di Few era condensare in una sola visualizzazione tante differenti informazioni. O, per dirla con parole sue, “per raccontare in maniera chiara una storia ricca in poco spazio“. Nello specifico, il Bullet Graph contiene tre elementi fondamentali: un indicatore ben preciso, un benchmark di riferimento e, soprattutto, una scala qualitativa di performance riprodotta a livello cromatico. Se quindi l’obiettivo della nostra visualizzazione è quello di illustrare come stanno andando le cose, nel senso di “dove siamo rispetto a dove dovremmo essere e quanto questo dato è buono, medio o cattivo”, allora questo grafico insolito è la scelta ideale.

Il Bullet Graph è quindi perfetto, per sua natura, nei report di natura economico-imprenditoriale (per quanto sia possibile adattarlo, con un po’ di flessibilità e di fantasia, ad altri contesti). Mettiamo, ad esempio, di voler mostrare ad un cliente come le spese del suo budget si distribuiscono rispetto alla previsione fatta. Il bullet graph, che è a tutti gli effetti un grafico a barre “modificato”, mostrerà allora l’indicatore in oggetto (ad esempio la cifra spesa), il benchmark di riferimento (ad esempio il budget previsto) e la scala valutativa per mostrare la connotazione positiva o negativa delle performance.

Per comprendere meglio come funziona, questa immagine di Wikipedia spiega benissimo la sua struttura.

Come creare un Bullet Graph su Excel

Se il Bullet Graph è un grafico così giovane e di cui ancora si vedono pochissimi esempi in giro, non c’è allora da stupirsi che molti programmi di Data Visualization non lo inseriscano tra le opzioni di grafici disponibili. Eppure questo non vuol dire dover rinunciare a usarlo. Come abbiamo detto poco fa, si tratta in realtà di un grafico a barre “modificato”: vale a dire che la sua struttura è quella di un grafico a barre, per quanto con elementi che se ne discostano. È partendo da questa considerazione che diventa possibile, allora, creare un grafico a barre anche su Excel. Come fare? Poiché ci piace fornire contenuti utili e spendibili, abbiamo buttato giù una breve, concisa ma completa guida pratica alla creazione di un Bullet Graph su Excel. Pronto a prendere appunti?

Selezionare i dati di nostro interesse

Su “inserisci” > “Inserisci istogramma o grafico a barre” > “Colonne 2d” > “Colonne raggruppate”

Fare click sul grafico. Dal menù “Progettazione” > “Inverti righe/colonne”

Cliccando su una barra qualunque, tasto destro > “Formato serie di dati”. Nel menù che si apre a destra, su “Sovrapposizione serie” impostare 100%.

Cliccando sulla barra, tasto destro > seleziona dati. Utilizzando le freccette in alto e in basso, spostare “good” al primo posto, “normal” al secondo e “bad” al terzo. Actual e Budget possono rimanere in fondo e l’ordine tra loro non è importante. Cliccare su ok e chiudere la finestra aperta.

Cliccando sulla barra, tasto destro > “Cambia tipo di grafico serie” > “Combinati”. Per le voci “Actual” e “Budget” spuntare la casella “Asse secondario”. Per la voce “Budget”, dal menù a tendina, selezionare “Linee con indicatori” e premere ok per chiudere la finestra aperta.

Selezionando l’asse delle ordinate di sinistra, spostarsi sul menù a sinistra > “Opzioni assi” (l’ultima icona a sinistra) > ancora “Opzioni assi” e impostare i valori minimo e massimo rispettivamente a 0 e a 300 (analoghi, cioè, a quelli della scala di destra).

Cliccare sulla parte inferiore del grafico a barre “Actual” e tramite il menù a sinistra, in “Opzioni serie” > “Larghezza spaziatura” aumentare il valore fino a rendere evidente la differenza tra le due barre.

A questo punto bisogna lavorare di grafica. Cliccando con il tasto destro sulle varie parti del grafico e poi “Riempimento”, colorare di nero la barra sottile “Actual” e in scala di grigi i tre valori “bad”, “normal” e “good”.

Infine lavorare sul marcatore del budget. Selezionare il puntino, sul menù a destra “Riempimento” > “Linea” > selezionare “nessuna linea”. Da “Pennarello” (a sinistra accanto a Linea) > “Opzioni indicatore” > “Predefinito” > dal menù a tendina “Tipo” scegliere il trattino > dal menù a tendina dimensione aumentare la dimensione. Dalla voce “colore” sotto Riempimento, selezionare il nero e fare altrettanto sotto la voce Bordi.

Cliccare sul secondo asse a sinistra > tasto destro > elimina.

Seguendo queste istruzioni, dovresti essere riuscito in maniera tutto sommato veloce a creare un perfetto Bullet Graph. Se ti interessa scoprire altri grafici particolari da poter usare per arricchire le tue presentazioni e coinvolgere il tuo pubblico, allora continua a seguire il nostro blog e questa rubrica dedicata alle scelte inconsuete in tema di Data Visualization.

Se invece vuoi imparare a visualizzare meglio e, perché no, scoprire altri “trucchi” del mestiere, magari imparando come creare altri grafici poco comuni, allora potresti partecipare ai nostri corsi di Data Visualization!

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Noemi Speciale

Un articolo scritto da Noemi Speciale

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Signals always point to something. In this sense, a signal is not a thing but a relationship. Data becomes useful knowledge of something that matters when it builds a bridge between a question and an answer. This connection is the signal. Stephen Few