Pubblicato il 1 Febbraio 2018Ultimo Aggiornamento: 3 Settembre 2021

La prima regola della data visualization è creare visualizzazioni che siano comprensibili in maniera chiara ed immediata. In una parola: efficaci. Ci sono tante tecniche per migliorare le proprie visualizzazioni. La prima e più importante è affidarsi agli attributi preattentivi. Non è una parolaccia: sono tutte quelle caratteristiche in grado di allertare in maniera inconsapevole il cervello umano. Come? Catalizzando l’attenzione e veicolando informazioni. Cerchiamo di capire bene quali sono e come funzionano. Ma soprattutto, come sfruttarli a proprio vantaggio per riuscire a creare visualizzazioni davvero efficaci.

Data Visualization: questione di memoria iconica

Chiunque lavori nel mondo della comunicazione sa bene che la conoscenza dei meccanismi di base della psicologia è fondamentale per raggiungere il proprio obiettivo. Non è solo roba da pubblicitari: anche chi si occupa di visualizzazione dati dovrebbe interessarsene. A ben vedere, la comunicazione è l’obiettivo ultimo della data visualization: i dati vengono visualizzati per poter essere comunicati in maniera efficace. Perché, allora, non sfruttare i principi della psicologia per facilitare il tutto? Per spiegare cosa sono e come funzionano gli attributi preattentivi, bisogna però fare un passo indietro e parlare di memoria iconica.

Di solito, quando si parla di memoria, tutti conoscono quella a breve termine e quella a lungo termine. La breve è quella che si attiva quando dobbiamo ricordare cose appena successe, mentre la lunga è quella che ci permette di ricordare informazioni anche a distanza di anni. Non tutti sanno, però, che ne esiste una terza: è, appunto, la memoria iconica. Questo tipo di memoria è in realtà un lascito dell’uomo primitivo. Migliaia di anni fa, per l’uomo era fondamentale accorgersi di eventuali pericoli in agguato o della presenza di prede da cacciare: per questo motivo la natura ha predisposto la memoria iconica. La memoria iconica, quindi, funziona in modo da accorgersi immediatamente di determinati segnali visivi ed elaborarli tempestivamente, catalizzandovi tutta l’attenzione. È quello che succede quando con la coda dell’occhio notiamo un’auto che sta per tagliarci la strada o quando a prima vista siamo in grado di renderci conto che manca qualcosa rispetto al solito. Nonostante la memoria iconica serva oggi molto meno di quanto non servisse ai nostri antenati, continuiamo a conservarla perfettamente funzionante. Chiunque si occupi di psicologia e comunicazione lo sa bene e lo sfrutta continuamente. E non necessariamente in mala fede. Ma cosa c’entra tutto questo con la visualizzazione dati?

 

Ok, la memoria iconica è una cosa pazzesca e anche molto potente. Ma come impatta sulla capacità di migliorare la data visualization? Semplice: attraverso gli attributi preattentivi. Gli attributi preattentivi sono precisamente tutti quei fattori che vanno a stimolare la memoria iconica. Gli psicologi ne hanno individuati quattro: forma, colore, posizione nello spazio e movimento. Ognuno di questi elementi è in grado di catalizzare l’attenzione delle persone e, se sfruttata nella visualizzazione dati, di portare con se un certo carico di informazione.
Perché conviene utilizzare gli attributi preattentivi all’interno di una visualizzazione dati? I motivi sono tanti: proviamo ad esaminarli brevemente uno alla volta.

Velocità dell’informazione

Quando dobbiamo comprendere ciò che stiamo leggendo o osservando, il nostro cervello richiede del tempo: può andare da qualche secondo nel caso di un’immagine fino a svariati minuti nel caso di un testo molto lungo. Ma le informazioni veicolate attraverso gli attributi preattentivi vengono processate in meno di 500 millisecondi. O, per dirla in termini profani, in mezzo secondo. Significa quindi che il tempo di comprensione del grafico si riduce davvero tantissimo.

L’elaborazione è inconscia

L’informazione che arriva attraverso l’attributo preattentivo non viene solo processata velocemente, ma anche inconsciamente. Come abbiamo detto poc’anzi, la memoria iconica funziona in maniera da attirare la nostra attenzione senza neanche avere il tempo di rifletterci. È quasi un impulso, un riflesso incondizionato. L’informazione, quindi, arriva prima ancora che chi la legge se ne renda conto. Il maggiore beneficio del fatto che gli attributi preattentivi vengano elaborati in maniera inconscia, sta nel fatto che questo riduce lo sforzo cognitivo di chi deve leggere il dato. Questo significa che si può dedicare maggiore energia e concentrazione alla lettura del grafico e alla sua comprensione.  

Indirizzare l’attenzione dove si vuole

C’è un motivo se gli attributi preattentivi sono così amati da chi si occupa di marketing e pubblicità: riescono a catalizzare l’attenzione dove più si preferisce. Colorare una parola all’interno di un testo o metterla in grassetto è un modo molto semplice per far sì che chi legge indirizzi immediatamente lo sguardo in quel punto. L’uso degli attributi preattentivi nella visualizzazione dati permette a chi elabora un grafico di essere sicuro che chi lo osserverà guarderà proprio l’informazione sulla quale vogliamo che si concentri (ha funzionato?).

Creare gerarchia tra le informazioni

Se è vero che gli attributi preattentivi hanno la capacità di attirare l’attenzione di chi guarda, è anche vero che non tutti hanno la stessa potenza: ci sono attributi preattentivi più “forti” di altri, che invece sono più deboli. Alternandoli, dosandoli e combinandoli in maniera diversa, si può facilmente creare una gerarchia informativa. Si riesce a fare in modo, cioè, che chi osserva una visualizzazione dati percepisca prima l’informazione che a nostro parere è fondamentale e poi via via quelle meno importanti. Si fornisce, insomma, un ordine di lettura.

Cosa significa tutto questo? Chi si occupa di data visualization non deve mai perdere di vista che lo scopo ultimo è quello di riuscire a far sì che l’informazione riesca ad arrivare a chi, a vario titolo, la sta leggendo. È solo nella sua capacità di comunicare che si vede la vera efficacia di una visualizzazione. Il resto è fuffa, come si suol dire. Utilizzare gli attributi preattentivi è quindi un ottimo modo per far sì che chi guarda il grafico capisca in pochi istanti e in maniera chiara e cristallina ciò che stiamo comunicando, senza peraltro fare il minimo sforzo. Nella pratica, come si fa? Come si usano gli attributi preattentivi per visualizzare efficacemente? Sfruttando colore, forma, posizione e movimento. Si tratta di argomenti davvero ampi e complessi, che meritano tutto l’approfondimento necessario perché permettono di fare grandi cose nella data visualization. Nei prossimi giorni tratteremo ogni attributo preattentivo per capire come utilizzarlo al meglio per migliorare le tue visualizzazioni. Continua a seguirci!

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Noemi Speciale

Un articolo scritto da Noemi Speciale

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Signals always point to something. In this sense, a signal is not a thing but a relationship. Data becomes useful knowledge of something that matters when it builds a bridge between a question and an answer. This connection is the signal. Stephen Few