Come creare una tabella efficace? Una tabella pulita, essenziale, accattivante e che non sembri uscita da un report del 1998? Come creare una tabella efficace dal punto di vista comunicativo ma al contempo bella da vedere, al passo con le meravigliose infografiche che di questi tempi spopolano sul web e non solo, seducendo il pubblico e rischiando di far fare alla cara vecchia tabella la figura del brutto anatroccolo?
Ma soprattutto: dovresti davvero affidarti ancora alle tabelle o sarebbe meglio preferire una data visualization graficamente più interessante? Te lo diciamo subito: la tabella ha la sua dignità e resta ancora utile ed indispensabile. Ma questo non vuol dire rinunciare al design: anche una tabella può diventare efficace e bella come un grafico.
Tabelle e grafici: come scegliere?
Ogni volta che dobbiamo comunicare dei dati, la prima cosa che ci chiediamo è quale modalità di illustrazione dovremmo preferire. In realtà si tratta di un errore: la prima domanda, infatti, dovrebbe essere un’altra. In effetti, a ben pensarci, nel 90% dei casi il nostro scopo non è comunicare dei dati, ma comunicare un messaggio. C’è sempre un elemento sul quale vogliamo che il nostro interlocutore si soffermi, un dato in particolare, un’implicazione specifica. Comprendere quale sia lo scopo della nostra comunicazione è sempre un passaggio fondamentale per poter selezionare la modalità di visualizzazione più appropriata.
In generale, una tabella permette una lettura d’insieme dei dati, facilitando la comparazione tra serie diverse. Che significa questo? Che quando è importante fornire una visione globale, ovvero quando è importante chiarire il contesto, è la soluzione ideale. Il punto di forza delle tabelle, dunque, sta nella facilità di lettura e di comparazione di metriche diverse. In questo caso avvicinare molteplici grafici (o crearne uno che non mostri i singoli dati per ogni elemento o serie) non sarebbe altrettanto efficace.
Non è affatto detto, quindi, che un grafico sia sempre la scelta ideale, anzi. Quando opti per una tabella, non devi necessariamente cedere il passo a un design antiestetico: creare una tabella efficace e bella da vedere non solo è possibile, ma è anche – per ovvie ragioni – più semplice che con un grafico. Non solo vezzo: una tabella bella, esattamente come un grafico, è anche più efficace del punto di vista comunicativo perché consente una lettura del dato più fluida e agevole. Ma come migliorare graficamente una tabella?
Migliorare una tabella: questione di Data Visualization
Spesso (e lo facciamo anche noi di Data Storytelling) l’espressione Data Visualization viene usata come sinonimo di grafico. In realtà visualizzare i dati non implica necessariamente affidarsi a un grafico. Anche una tabella, come abbiamo visto, può essere una scelta ottimale: ma questo non significa che non si possa lavorare per ottenere una resa grafica ugualmente accattivante. In effetti quando si parla di data viz si tralascia l’argomento tabelle e, anche a voler cercare materiale a riguardo, dritte e informazioni sono davvero poche.
Cerchiamo allora di fare il punto della situazione per capire come creare una tabella efficace.
Eliminare i bordi…
Innanzitutto, il primo suggerimento è quello di eliminare i bordi. Come per i grafici, le leggi della Gestalt ci dicono che il cervello umano è in grado di ricreare senza sforzi figure chiuse anche quando i bordi non sono disegnati. Perché allora utilizzare un elemento superfluo andando ad appesantire graficamente la nostra tabella?
…non solo quelli esterni!
Naturalmente quando parliamo di bordi non intendiamo unicamente quelli esterni, ma ci riferiamo anche e soprattutto a quelli interni! Eliminare le righe interne di una tabella, tanto orizzontali che verticali, è una delle azioni che incontra più resistenze. La paura è che chi la legge non abbia più riferimenti per distinguere le varie righe, dovendo ricorrere all’immancabile dito sul foglio (o sullo schermo) per seguire i dati. In realtà, come vedremo a breve, ci sono altri modi per facilitare quest’operazione e che ci permettono di ripulire il grafico dai bordi senza alcuna remora.
Aumentare l’altezza delle caselle
Sostanzialmente, il modo migliore per permettere a chi legge la nostra tabella di non fare uno sforzo eccessivo per riuscire a distinguere una riga dall’altra, è distanziarle tra loro. Per farlo, basta aumentare l’altezza delle caselle, senza però esagerare. Del resto una corretta gestione degli spazi è uno degli elementi cruciali per creare una tabella bella ed efficace.
Scegliere uno sfondo cromaticamente uniforme
Le impostazioni automatiche di Excel propongono spesso soluzioni tremende dal punto di vista cromatico: colori sgargianti, riga di intestazione in evidenza, le altre righe alternate tra chiare e scure… Come sempre, pulizia e semplicità sono le due indicazioni chiavi da seguire. Preferisci, quindi, uno sfondo monocromatico per tutte le righe, intestazioni incluse.
Se poi le righe sono davvero tante e temi che aumentare l’altezza delle caselle non sia sufficiente a scongiurare il pericolo confusione, puoi optare per un’alternanza cromatica, a patto che sia molto molto lieve evitando contrasti troppo estremi.
Utilizza consapevolmente grassetti e colori
Eliminare bordi e colori è un’essenziale operazione di pulizia che però può generare una certa confusione: come distinguo l’intestazione dal resto dei dati? Come metto in risalto un dato o una riga? Per ovviare a questo problema, sappi che il grassetto può essere effettivamente il tuo migliore amico. Basta infatti selezionare il bold per la riga di intestazione et voilà: tutto diventa immediatamente più chiaro. Anche i colori possono a questo punto essere reintrodotti, per esempio per evidenziare un dato particolarmente virtuoso o, al contrario, catastrofico (attenzione, in questo caso, ad utilizzare coerentemente gli attributi preattentivi). Un altro uso interessante del colore è la decisione di ricorrere ad una heatmap per evidenziare la progressione di un dato in particolare.
In definitiva, perché è così importante cercare di capire come creare una tabella efficace? Perché, come sempre, una data visualization ben fatta consente di amplificare il messaggio. Basta guardare la tabella qui sotto “prima e dopo la cura”: nel primo caso rumore di fondo e distrazioni rendono difficoltosa la lettura del dato. L’occhio non sa cosa guardare e vaga lungo le righe senza soffermarsi da nessuna parte. La seconda tabella invece consente la focalizzazione sui dati che si vogliono evidenziare. L’efficacia della comunicazione, infatti, aumenta mano a mano che diminuiamo il rumore di fondo e focalizziamo l’attenzione lì dove conta davvero. Guarda tu stesso… leggere la tabella in basso è molto più semplice. Ed è anche molto più bella da vedere!
Se hai trovato utile questo post, probabilmente la tua occupazione ti richiedere di occuparti di data visualization. In questo caso, forse potrebbe interessarti sapere che noi di Data Storytelling organizziamo corsi di visualizzazione efficace dei dati… trovi più informazioni a questo link!