Pubblicato il 26 Settembre 2024Ultimo Aggiornamento: 26 Settembre 2024

In un mondo aziendale dove le decisioni rapide e basate su dati sono la norma, una dashboard ben progettata è un alleato insostituibile. Ormai pane quotidiano per qualunque azienda lavori con i dati, le dashboard vengono aggiornate e consultate spesso quotidianamente per monitorare decine di parametri diversi, verificare che tutto proceda come deve o stabilire interventi e cambi di rotta. Eppure, per quanto diffuse, ancora presentano numerose insidie che, entrando nelle aziende come formatori, vediamo molto spesso. Un problema non da poco se si considera che, nel momento in cui un errore diventa un problema comunicativo, la dashboard rischia di fallire il suo scopo, diventando incomprensibile o fuorviante. Scopriamo quindi insieme gli errori più comuni che potresti star commettendo, tuo malgrado, nella progettazione e nella realizzazione delle tue dashboard aziendali.

1. Conosci il tuo pubblico: l’errore di ignorare gli utenti

Un errore frequente è trascurare le esigenze e le capacità del pubblico destinatario della tua dashboard. La comprensione profonda dell’utente finale, delle sue conoscenze, ma anche delle sue aspettative e abilità è fondamentale. Capire quali informazioni interessano alla persona che userà la dashboard, cosa vuole sapere, cosa gli importa meno, è cruciale per capire cosa inserire e cosa togliere, dove posizionarlo, che spazio dargli. Una dashboard deve essere progettata tenendo conto di chi la utilizzerà, per garantire che le informazioni siano presentate nel modo più efficace. Persino un aspetto apparentemente secondario come l’eventuale daltonismo di chi è dall’altra parte può influenzare la scelta dei colori e la comprensibilità generale della tua dashboard. Ci avevi mani pensato?

2. Dove e come: trascurare le modalità di fruizione

Uno degli errori più frequenti è quello di non considerare la modalità di fruizione della dashboard. È essenziale progettarla tenendo conto, ad esempio, se verrà visualizzata su tablet, PC o smartphone (o magari su più di un dispositivo). Una dashboard perfetta su un desktop, perché sviluppata in orizzontale, potrebbe risultare inefficace su un dispositivo mobile come un telefono, con uno schermo verticale e soprattutto molto più piccolo, limitando così gravemente la sua utilità. Le funzionalità di filtro e di pop-up, ancora una volta, potrebbero non rendere bene da smarphone o da tablet. Prima di costruire la tua dashboard, rifletti sul suo contesto d’uso. Se l’hai già costruita, chiedi agli utenti di darti feedback: scoprirai insidie nascoste alle quali non avevi pensato!

3. Peccare di approssimazione: non definire chiaramente l’obiettivo di una dashboard

Sappiamo chi la userà e come: ma sappiamo che cosa ci farà? Ogni dashboard deve avere uno scopo esplicito. Se tu per primo non hai ben chiaro se la sua funzione è di monitoraggio, di allertamento in caso qualche dato non sia come previsto o invece di supporto decisionale, probabilmente finirai per creare uno strumento che è tutto fuorché efficace. Spesso, quando chiediamo ai nostri allievi l’obiettivo di una dashboard su cui abitualmente lavorano, la risposta che ci danno più spesso è “serve a tutto questo”. Non c’è dubbio che le dashboard possano avere scopi molteplici, ma ne esisterà sempre uno primario. Una mancanza di focus in tal senso, purtroppo, può portare a una dashboard che non soddisfa nessuno dei suoi potenziali scopi.

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4. Sovraffollare le dashboard: inserire troppe informazioni superflue

L’errore forse più comune è la scelta sbagliata dei contenuti, sia per eccesso che per difetto. Come prevedibile, 9 volte su 10 si sbaglia per eccesso. La casistica più diffusa è quella che vede dashboard piene zeppe di dati, grafici e tabelle: il solo fatto di avere a disposizione delle informazioni spinge a pensare che sia utile visualizzarle, nella convinzione che “più informazione” non possa che far bene. Ovviamente, non è così: troppi numeri fanno sì che le info chiave si perdano nel sovraffollamento della dahsboard. Le informazioni che inserisci nelle tue dashabord dovrebbero essere sempre sufficienti (tutto ciò che serve per prendere decisioni) e necessarie (mai superflue). Non è facile, ma il segreto sta nel trovare l’equilibrio perfetto.

5. Lasciare tutto al caso: non rispettare gerarchia e logica di ragionamento

Dal punto di vista meramente grafico, organizzare in un’unica vista tanti grafici, numeri e tabelle è una bella sfida. Troppo spesso ci si fa guidare meramente dagli spazi: si dispongono i grafici in base al fatto di avere un “buco” orizzontale o verticale, in base al fatto che qualcosa “entri bene” o meno. Il problema è che in questo modo si perdono di vista due cose: l’importanza delle informazioni e le logiche che concatenano i dati. Non tutti i grafici e le tabelle della tua dashboard sono ugualmente importanti ed è fondamentale dare il giusto risalto alle informazioni più rilevanti. Questo significa prevedere in alto e a sinistra ciò che più conta, per poi procedere verso il basso (e a destra). Ma è anche una questione di dimensioni: ciò che conta di più dovrebbe occupare più spazio di quello che invece è gerarchicamente meno importante. Inoltre è fondamentale tenere a mente il modo in cui il nostro cervello ragiona: se due o più dati sono “legati” tra loro, andranno messi vicini. Se dopo aver visto un dato vorrò naturalmente conoscere un altro, devo fare in modo da renderlo immediatamente accessibile. La dashboard dovrebbe, cioè, rispecchiare il più possibile i processi mentali di chi ne usufruirà. Gli utenti dovrebbero essere in grado di seguire un percorso chiaro attraverso i dati, con una navigazione che ne faciliti la comprensione e l’analisi.

6. Stile vs sostanza: l’estetica ingannevole

Infine, l’errore forse più ingenuo e più frequente di tutti: la smania di variare il più possibile tipologie di grafici e colori solo per rendere la dashboard più “interessante” e dinamica. Si tratta di una scelta che, nel suo tentativo di allontanarsi dalla monotonia, finisce quasi sempre per confondere più che aiutare. Un design coerente e mirato, semplice e pulito, non solo migliora l’estetica della dashboard, ma ne aumenta anche la chiarezza, l’efficacia e la funzionalità. È la cosa tecnicamente più semplice su cui lavorare, ma la più difficile da riconoscere e imparare ad abbracciare.

Sbagliare è umano. Perseverare, però…

Siamo tutti d’accordo, si spera, che una dashboard aziendale ben progettata può essere un prezioso strumento di insight e decision-making. Tuttavia, basta davvero poco per cadere in piccole grandi trappole che possono invalidarne l’efficacia. Il diavolo, l’abbiamo visto, spesso si nasconde nei dettagli ed è fondamentale evitare questi errori comuni per garantire che la tua dashboard sia non solo attraente, ma anche funzionale, intuitiva e adatta alle esigenze specifiche del tuo pubblico e della tua realtà aziendale. E se è vero che sbagliare è umano, è anche vero che oggi esistono tante possibilità per apprendere e migliorare il proprio lavoro, valorizzandolo sempre più.

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Noemi Speciale

Un articolo scritto da Noemi Speciale

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"To find signals in data, we must learn to reduce the noise, not just the noise that resides in the data, but also the noise that resides in us. It is nearly impossible for noisy minds to perceive anything but noise in data.” Stephen Few