C’è una scena storica del film Matilda, un celebre film per bambini tratto dall’omonimo libro di Roald Dahl: un ragazzino particolarmente goloso, dopo essere stato sorpreso a mangiare la torta al cioccolato della temibile direttrice scolastica, viene costretto da quest’ultima a mangiarne un’altra, enorme, fatta preparare appositamente per lui. Se non dovesse riuscirci, subirebbe una punizione esemplare. Davanti a una torta al cioccolato grande quasi quanto lui, il ragazzino ingordo si trova visibilmente in difficoltà.
No, non siamo diventati un blog di cinematografia (anche se chi scrive ha visto quel film fino allo sfinimento, da bambina, e potrebbe essere che di tanto in tanto quando passa in tv lo riguardi, ma non confermiamo né smentiamo questa voce). Non siamo un blog di cinematografia ma ci piaceva la metafora della scena: anche la torta più invitante, quando si supera il limite, diventa indigesta.
Se ancora non hai molto chiaro dove vogliamo andare a parare, saremo più diretti possibile: è arrivata l’ora di finirla e trovare un po’ di alternative ai grafici a torta.
No, sul serio: basta.
Grafici a torta: come visualizzare meglio i dati
“Che barba, che noia. Che noia, che barba” avrebbe detto Sandra Mondaini (oggi va così, è giornata di riferimenti al piccolo schermo, rassegnati): questi grafici a torta hanno stancato, sono diventati prevedibili, banali, abusati, inflazionati. Fosse solo questo, comunque, sarebbe un problema da poco: è vero, la data visualization richiede competenze grafiche e un po’ di gusto per il design è sempre bene accetto, ma in fondo l’obiettivo ultimo resta sempre comunicare. Ogni volta che creiamo un grafico, gli affidiamo il delicato compito di trasmettere un messaggio, un’informazione, è questo il punto cruciale e non bisogna mai dimenticarlo: meglio un grafico banale ma chiaro e semplice da interpretare, piuttosto che una visualizzazione dati accattivante ma illeggibile. Pazienza se non sono originali, le cosiddette pie chart (i grafici a torta, appunto) sono molto efficienti, no? E invece no!
Il problema, appunto, è che molto spesso i grafici a torta non sono neanche funzionali ed efficaci, non sono comunicativi, non sono semplici da interpretare! O perlomeno non sono la scelta migliore. Insomma: esiste di meglio. Al di là del fatto che basta un semplice effetto 3D per creare un vero e proprio disastro, sono tanti i casi in cui possono creare difficoltà di lettura e altrettanti i casi, quindi, in cui ci sono alternative più valide.
Per illustrarli abbiamo immaginato di dover lavorare su un vasto database relativo ai gusti e alle abitudini di fruizione cinematografiche della popolazione: i numeri sono inventati, ma scommettiamo che possiamo fare molto di più che dei semplici grafici a torta?
Grafici ad albero
La prima alternativa ai grafici a torta da prendere in considerazione è senza dubbio il grafico ad albero: concettualmente simile all’amata e odiata pie chart, presenta numerosi vantaggi. Innanzitutto, a livello puramente visivo, occupa all’interno della stessa area uno spazio di molto maggiore: questo significa, banalmente, maggiore comunicabilità. Le varie grandezze, poi, sono ordinate dalla più grande alla più piccola: questo significa che, anche senza etichette, è immediatamente semplice capire la gerarchia delle categorie. Guardando il grafico ad albero, ad esempio, è immediatamente ovvio che il genere Thriller vada per la maggiore rispetto al genere Avventura: era così scontato anche nel grafico a torta?
Funnel
I funnel sono uno dei grafici meno usati, tant’è vero che non compaiono neanche nelle possibilità offerte da excel, che si limita a offrire un classico grafico a imbuto. Anche senza l’impatto grafico di un vero funnel, tuttavia, già questa opzione risulta decisamente più appetibile del classico grafico a torta. Questo tipo di data visualization può essere scelta nel caso in cui si lavori con i famosi “di cui”: vale a dire quando i valori seguenti sono parte di quelli precedenti. In questo caso, ad esempio, sul 100% delle persone che sono andate al cinema almeno una volta negli ultimi sei mesi, il 70% ha visto due film, il 65% ne ha visti tre e così via. Il grafico a torta in questo caso rende complicato leggere il dato: la data viz a sinistra ci permette di affermare con sicurezza che due persone su tre sono andate al cinema almeno tre volte negli ultimi sei mesi. Sarebbe stato altrettanto facile dedurlo dalla pie chart?
Grafici a barre
Una tra le alternative ai grafici a torta più gettonata, è rappresentata dai grafici a barre, se non altro perché di questo tipo ne esistono una moltitudine e possono essere utilizzati in svariati modi. Qui ne vedremo tre tipologie, da utilizzare in casi differenti e assolutamente non intercambiabili tra di loro. A dimostrazione del fatto che ogni dato richiede il grafico giusto, e la scelta non può essere lasciata al caso! In questo primo caso, ad esempio, il grafico a torta sulla destra illustra quali sono i dieci film con il maggior numero di incassi di sempre e il relativo guadagno. Anche se l’ordine è chiaro, non è molto semplice realizzare l’entità della differenza: c’è più differenza tra Jurassic World e The Avengers, o tra The Avengers e Fast&Furious? Senza leggere il dato, interpretare il grafico diventa difficile e tutto sommato questa pie chart non comunica molto. Ma quando usiamo un grafico a barre raggruppate come quello a destra, la situazione cambia. Una data visualization graficamente più pulita e anche per questo più chiara, comunicativa ed efficace. A questo punto non solo la gerarchia, ma anche l’entità del guadagno e la differenza con gli incassi degli altri film sono subito chiare. Di sicuro, è una soluzione di gran lunga preferibile…
Grafici a barre affiancati
Una delle cose peggiori che si possano fare quando si parla di visualizzare dati, è usare i grafici a torta come strumento di comparazione. È vero che per capire se i film drammatici sono più o meno visti del passato, basta confrontare i numeri per accorgersi che la percentuale passa da 18 a 22. Ma, se avessimo voluto guardare i numeri e nulla più, avremmo potuto usare una semplice tabella. La data visualization, invece, serve per veicolare informazioni attraverso le immagini e facilitare una comprensione immediata del grafico. E non c’è nulla di più fastidioso che spostare gli occhi da una parte all’altra per confrontare categoria per categoria. Ancora una volta è un grafico a barre a salvarci: utilizzarne uno a barre affiancate, infatti, semplifica quest’operazione – tanto più se ci affidiamo a linee di proiezione come quelle nel grafico a destra, che mostrano immediatamente la crescita o la diminuzione delle categorie. Non ci sono dubbi che il calo maggiore l’abbia registrato il genere thriller, mentre fantasy e drammatico hanno guadagnato molti consensi. Ricorda: affinché un’alternativa al grafico a torta sia valida, è necessario che semplifichi la lettura del dato…
Grafico a barre orizzontale al 100%
Ancora una volta è un grafico a barre a rappresentare un’ottima alternativa al grafico a torta, soprattutto se, come in questo caso, è utile mostrare tanto i singoli valori quanto la loro aggregazione. In questo caso, un grafico a barre in pila. Questa tipologia di grafici sono utili molto spesso nei sondaggi e nello specifico quando si parla di indice di gradimento. Nell’esempio specifico, infatti, mentre il grafico a torta mostra banalmente la percentuale di rispondenti che ha dato all’ultimo film un voto pari a “3” oppure “8”, il grafico a barre in pila consente di dedurre che più del 65% ha dato un giudizio uguale o superiore ad 8. È facile immaginare come questa soluzione grafica rappresenti un’ottima alternativa al grafico a torta quando, ad esempio, bisogna illustrare il grado di accordo con un’affermazione (per nulla, poco, tanto, moltissimo, ecc) e con le sentiment analysis in generale, poiché permette di vedere a colpo d’occhio se la risposta generale è positiva o negativa. Mi raccomando però: mai dimenticare l’importanza di usare bene il colore…
Alternative ai grafici a torta: non finisce qua
Anche se questo post ha un mood cinematografico, i tempi di lettura non possono certo essere quelli di un film! Per questo ci siamo limitati a fornire solo cinque valide alternative ai grafici a torta, ormai sempre più abusati. Ma ovviamente questo post non esaurisce tutte le opzioni disponibili, anzi. Tanto per averne un’idea, qui trovi un articolo simile al nostro: anche in questo caso sono state illustrate cinque possibili alternative alle pie chart e indovina un po’? A parte una, sono tutte diverse dalle nostre! E ancora: qui trovi ulteriori e interessanti spunti se ti interessa approfondire l’argomento (ma attenzione: non ti basterà excel, avrai bisogno di strumenti di Data Visualization all’altezza: se vuoi capire come scegliere quello giusto, dovresti dare un’occhiata qui).
Se poi la data viz è parte integrante del tuo lavoro e la capacità di creare grafici efficaci è fondamentale per te, allora magari dovresti dare un’occhiata ai nostri corsi di data visualization…
L’importante è che, come Bruce il bambino goloso, tu impari la lezione: abusare delle famigerate torte può essere controproducente. E se sei un nostalgico di quel film o non l’hai mai visto e ti stai chiedendo se alla fine ci è riuscito o meno… questo video è tutto per te ;)