Pubblicato il 17 Maggio 2022Ultimo Aggiornamento: 17 Maggio 2022

Il data storytelling è quello strumento capace di rendere fruibile, interessante e pertinente una certa quantità di dati, effettuando anche un’opera di selezione. Oggi viviamo nel mondo dei big data: ogni impresa, perfino ogni individuo è immerso in un flusso di dati pressoché costante. In questo scenario diventa semplice intuire quanto sia importante effettuare un’operazione di selezione accurata, così come è fondamentale saper mettere in mostra i dati più importanti.

Abbiamo già parlato del ruolo dei grafici e delle tabelle, elementi che, se ben utilizzati, sono capaci di illustrare con grande chiarezza ed efficacia una grande quantità di dati. Ma oggi ci concentreremo su un altro elemento editoriale, che spesso non riceve la giusta attenzione: il testo!

È vero: grafici, disegni e tabelle sono in grado di rendere un certo set di dati immediatamente fruibile, offrendo una lettura rapida e precisa anche a chi non ha mai affrontato un determinato argomento. Ma non dobbiamo dimenticare che anche gli elementi testuali giocano un importantissimo ruolo, essendo capaci di svolgere alcune funzioni molto importanti e uniche. 

A cosa serve un testo nella visualizzazione dati?

Potrebbe esistere una buona presentazione senza elementi di testo? Certamente no, perché i testi – intesi anche come semplici frasi o singole parole – sono fondamentali per svolgere varie funzioni, a partire dall’etichettatura dei dati presentati. 

I testi servono anche a presentare un grafico, introducendone lo scopo; oppure possono essere impiegati per spiegare e approfondire dati già illustrati. Possono anche essere utilizzati per rafforzare un certo concetto o evidenziarlo: due funzioni – come vedremo – molto diverse tra loro. 

Il testo deve, per forza di cose, essere fruito in maniera sequenziale: perciò può essere molto utile per mettere in ordine una specifica sequenza di dati. Infine, naturalmente, i testi possono essere utilizzati per consigliare particolari modalità di fruizione della presentazione, oppure per porre domande utili riguardo ai dati presentati, stimolando l’audience a partecipare e coinvolgendola in maniera molto più diretta e decisa nella presentazione o nella lettura. 

Insomma: la data visualization vive anche di scrittura, non solo di design. Ma, esattamente come gli elementi preattentivi impiegati per guidare il lettore all’interno di un set di dati, anche i testi dovranno essere redatti con la massima attenzione.

In questo articolo, analizzeremo la funzione dei testi nel mondo della data visualization in maniera più precisa ed approfondita.

Classificare

Ogni dato presentato deve essere accuratamente classificato. Qualsiasi tabella o grafico deve, per questo, avere uno o più elementi di testo per identificare con precisione i dati a cui si sta facendo riferimento

Oltre agli elementi di testo per l’etichettatura dei dati all’interno di grafici e tabelle, è possibile utilizzare dei riferimenti testuali per identificare la natura e lo scopo della tabella o del grafico nella sua interezza. Questi elementi sono indispensabili per rendere leggibile – e soprattutto chiara – la presentazione: basti pensare a quanto possa confondere le idee la lettura di un grafico senza una legenda che sappia chiarirli adeguatamente. 

Spiegare

Il data storytelling permette di illustrare, tramite elementi grafici ben studiati, anche un gran numero di dati. Spesso, però, alcuni set meritano di essere approfonditi e spiegati più nel dettaglio, soprattutto se ci troviamo a dover illustrare in breve delle correlazioni complesse. In questi casi, un testo posizionato sotto la tabella o il grafico può aiutare a rendere più chiaro, e soprattutto più fruibile, uno specifico set di dati.

Rafforzare ed evidenziare

Potrebbero sembrare due funzioni identiche, ma non è così. Rafforzare un concetto significa includere nel grafico, in questo caso sotto forma testuale, una o più ripetizioni di uno stesso dato: dopotutto, l’essenza dell’apprendimento è proprio la ripetizione! Grazie alla ripetizione – non eccessiva, naturalmente – il lettore memorizzerà più facilmente il dato di nostro interesse. Mettere in evidenza, invece, non prevede una ripetizione del concetto, ma più spesso invita il lettore a ripercorrere la pagina con lo sguardo, per riguardare uno specifico dato o set di dati.

Mettere in ordine

Come accennavamo, il testo deve essere fruito, obbligatoriamente, in maniera sequenziale. Perciò, è l’ideale per mettere in ordine, secondo una specifica sequenza, più dati apparentemente slegati tra loro, o di difficile comprensione. Il testo, in questo caso, aiuta a dare una lettura ordinata dei numeri e degli elementi visuali che appaiono davanti.

Consigliare

Come l’evidenziazione, anche il consigliare è una funzione che può aiutare il lettore a navigare nella presentazione con più fluidità e con maggior precisione. È possibile, ad esempio, includere testi che rimandino ad altre tabelle o ad altre parti della presentazione o del libro, ma è anche possibile consigliare ulteriori approfondimenti da procurarsi, perché il lettore possa meglio comprendere l’argomento in questione.

Domandare

L’ultima funzione degli elementi di testo – e forse una delle più importanti in ambito business. Inserire una domanda rilevante e pertinente è utile perché l’audience si interroghi su come migliorare alcuni aspetti della propria impresa, considerando i dati precedentemente illustrati. Il porre domande è indispensabile per crescere!

Il testo è uno degli elementi più sottovalutati della data visualization e per questo motivo cerchiamo di dedicargli del tempo nei nostri corsi di formazione. Se questo articolo ti è sembrato utile, continua a seguirci! 

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Noemi Speciale

Un articolo scritto da Noemi Speciale

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Signals always point to something. In this sense, a signal is not a thing but a relationship. Data becomes useful knowledge of something that matters when it builds a bridge between a question and an answer. This connection is the signal. Stephen Few