Pubblicato il 14 Luglio 2023Ultimo Aggiornamento: 27 Giugno 2023

Noi di data-storytelling.it continuiamo a ripeterlo come un mantra: siamo ormai da tempo in un mondo costantemente sommerso da dati e informazioni, che vanno dalle previsioni del tempo ai report sul traffico, dalle dashboard interattive alle reportistiche aziendali.

A proposito di queste ultime, un cruccio che assale continuamente chi è preposto a realizzarle è sempre: riuscirò ad essere convincente? Ce lo testimoniano i nostri allievi dei Corsi di Data Storytelling che da anni teniamo in tantissime imprese italiane e lo sperimentiamo noi stessi nelle nostre presentazioni, tutte le volte che dobbiamo illustrare ai clienti della nostra agenzia i risultati di un’indagine di mercato o di una campagna di advertising.

Creare presentazioni basate sui dati che siano in grado di convincere e persuadere la nostra audience è insomma diventato sempre più importante. Abbiamo già affrontato spesso in questo blog il tema della persuasione – parlando, ad esempio, di come gli attributi preattentivi abbiano un ruolo fondamentale nell’orientare la percezione dei grafici e costruirne il messaggio. In questo articolo esploreremo però brevemente alcune tecniche e approcci più “innovativi” per rendere le presentazioni basate sui dati più coinvolgenti, efficaci e persuasive. Ognuna di queste tecniche trova campi di applicazione specifici, a seconda della situazione in cui ci troviamo.

 

Focalizzarsi sull’empatia e l’intuizione

Abbiamo un pubblico coinvolto emotivamente con il contenuto della presentazione, o che ha con noi un rapporto non solamente formale? Allora potremmo provare a integrare la nostra presentazione (che, ovviamente, dovrà essere assolutamente rigorosa dal punto di vista dei contenuti e del messaggio che intendiamo comunicare) con un approccio non convenzionale al data storytelling, consistente nel focalizzarsi sull’empatia e sull’intuizione del pubblico, piuttosto che sulla mera presentazione dei dati.

Questo significa cercare di capire quali sono le preoccupazioni, le aspettative e i bisogni del pubblico target, con particolare riferimento a chi dovremo convincere, e utilizzare queste informazioni per presentare i dati in modo che risuonino a livello emotivo. Ad esempio, invece di mostrare semplicemente un grafico che illustra l’aumento delle vendite, si potrebbe raccontare una storia su come un prodotto ha migliorato la vita di un cliente o su come un’innovazione ha contribuito a risolvere un problema reale. Il risultato in termini di facilitazione della persuasione sarà garantito!

 

Utilizzare metafore e analogie per integrare la presentazione

Un altro modo per rendere le presentazioni basate sui dati più interessanti e persuasive è utilizzare metafore e analogie per spiegare concetti complessi o astratti. Le metafore vengono utilizzate frequentemente all’interno di grafici e visualizzazioni che utilizzino le tecniche di Data-Storytelling. L’uso dei colori, l’utilizzo di simbologie note ai nostri interlocutori fanno parte di questa famiglia. Le metafore e le analogie vengono utilizzate in questo caso perché possono aiutare il pubblico a comprendere meglio i dati, collegandoli a concetti familiari o esperienze personali.

Ma che dire delle presentazioni?

Anche in questo caso è possibile utilizzare metafore o analogie come supporto alla logica argomentativa del nostro flusso di informazioni. Pensa ad esempio alla possibilità di  paragonare il tasso di crescita di un’azienda a quello di una pianta in fiore, o a quella di utilizzare l’analogia di una gara sportiva per descrivere la competizione tra diverse aziende nel mercato.

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Creare suspense e sorpresa nel pubblico

Lo diciamo spesso: di norma il metodo induttivo, che comporta tra l’altro l’utilizzo di uno storytelling rovesciato (o reverse storytelling), è di gran lunga il più efficace se vogliamo creare presentazioni di successo, che vengano seguite con partecipazione e interesse. È anche vero, però, che almeno in alcuni casi le presentazioni data-driven possono risultare più coinvolgenti e persuasive se riescono a creare un senso di suspense e sorpresa nell’audience.

Per fare ciò, si dovranno utilizzare tecniche narrative come la tensione, il mistero o il colpo di scena, che mantengono il pubblico interessato e attento. Ad esempio, è possibile iniziare la presentazione introducendo una domanda intrigante o un problema apparentemente insolubile e poi rivelare gradualmente i dati e le analisi che offrono una soluzione o una risposta inaspettata. Oppure, si potrà utilizzare la tecnica di includere in un momento particolarmente topico della presentazione una slide nera, che assicurerà da un lato un effetto sorpresa, dall’altro la certezza che il pubblico rivolgerà tutta la sua attenzione a chi in quel momento sta presentando le sue conclusioni.

  

Integrare elementi di gamification nelle presentazioni

La gamification è l’arte di applicare elementi e meccaniche di gioco in contesti non ludici ed è una pratica che si sta diffondendo sempre più nelle imprese a livello internazionale e da qualche anno anche in Italia. Integrare elementi di gamification nelle presentazioni può renderle più coinvolgenti, stimolanti e persuasive. Ad esempio, si potrebbe utilizzare un quiz interattivo per testare la conoscenza del pubblico sui dati presentati, offrendo piccoli premi o riconoscimenti a chi risponde correttamente. Oppure, si potrebbe creare una sfida o una competizione tra i membri del pubblico, invitandoli a interpretare o analizzare i dati in tempo reale.

Si tratta ovviamente in questo caso di tecniche da utilizzare quando abbiamo a disposizione una grande platea, come nel caso di uno speech per una conferenza. Non fatelo con il vostro capo. A meno che non sappia stare al gioco, ovviamente!

  

Sperimentare nuovi formati e tecnologie

Per rendere le presentazioni più coinvolgenti – se non più  persuasive – è possibile anche sperimentare nuovi formati e tecnologie che possano migliorare l’esperienza dell’audience. In alcuni contesti si può provare ad esempio a utilizzare la realtà virtuale o aumentata per permettere al pubblico di interagire direttamente con i dati, esplorando diversi scenari o visualizzazioni in tempo reale. Inoltre, è sempre bene sperimentare l’utilizzo di video, animazioni o storytelling interattivo per presentare i dati in modo più dinamico e coinvolgente.

 

Personalizzare e semplificare

Una presentazione basata sul data-storytelling sarà più efficace e persuasiva se riuscirà a stabilire una connessione personale con gli interlocutori che ne usufruiranno. Per fare ciò, è importante personalizzarla il più possibile, tenendo conto anche – come abbiamo detto più sopra – delle specifiche esigenze, interessi e aspettative del pubblico a cui è destinata. Ad esempio, si possono utilizzare aneddoti personali, esperienze o testimonianze per rendere i dati più rilevanti e significativi.

Infine, è fondamentale ricordare che, per essere convincenti e persuasive, le presentazioni devono essere semplici e chiare. Ciò significa evitare di sovraccaricare il pubblico con informazioni eccessive o complesse e concentrarsi invece su pochi messaggi chiave che possano essere facilmente compresi e ricordati. Per fare ciò, è importante utilizzare un linguaggio semplice e diretto, evitare termini tecnici eccessivamente complicati e utilizzare visualizzazioni dei dati che siano intuitive e facilmente interpretabili.

 

“Riuscirò ad essere convincente?” è, come abbiamo detto, la domanda che più frequentemente si pone chi costruisce una presentazione con lo scopo di persuadere i suoi interlocutori di qualcosa. La risposta dipende da tanti fattori, a cominciare – ovviamente – da come sono costruiti i grafici e le presentazioni. Tuttavia, attraverso queste tecniche decisamente poco diffuse ma che, se utilizzate con parsimonia, possono avere un enorme potenziale, potremo avvicinarci più facilmente ad una risposta di tipo positivo.

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Fabio Piccigallo

Un articolo scritto da Fabio Piccigallo

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"To find signals in data, we must learn to reduce the noise, not just the noise that resides in the data, but also the noise that resides in us. It is nearly impossible for noisy minds to perceive anything but noise in data.” Stephen Few