Pubblicato il 5 Luglio 2023Ultimo Aggiornamento: 27 Giugno 2023

La psicologia della percezione è quella branca delle scienze psicologiche che studia come le persone elaborano e interpretano le informazioni sensoriali, tra cui la vista e l’udito. Un aspetto cruciale di questa disciplina riguarda la diversa memorizzazione e la comprensione delle informazioni presentate visivamente rispetto a quelle presentate attraverso il linguaggio scritto o parlato.

Inutile dire quanto questo aspetto sia imprescindibile quando parliamo di data visualization e data storytelling, giusto? Per cui non perdiamo altro tempo e andiamo  scoprire i principi della psicologia della percezione che spiegano perché le immagini tendono a essere memorizzate e comprese più facilmente delle parole.

 

Elaborazione visiva e codifica duale

Uno dei principali fattori che contribuiscono alla facilità con cui le immagini vengono memorizzate e comprese è il modo in cui il cervello elabora le informazioni visive. La teoria della codifica duale, sviluppata da Allan Paivio negli anni ’70, suggerisce che il cervello elabora le informazioni in due modalità distinte: una modalità verbale, che si occupa delle parole e del linguaggio, e una modalità visiva, che si occupa delle immagini e delle rappresentazioni spaziali.

Secondo questa teoria, quando le persone vedono un’immagine il cervello elabora l’informazione sia nella modalità visiva sia nella modalità verbale, creando una doppia rappresentazione della stessa informazione. Questo processo di codifica duale aumenta la probabilità che le informazioni vengano memorizzate a lungo termine e facilmente richiamate, poiché le informazioni possono essere recuperate sia dalla memoria visiva sia da quella verbale.

 

Effetto di superiorità delle immagini

Assieme a quello della codifica duale, l’effetto di superiorità delle immagini è un fenomeno ben documentato in psicologia, che dimostra che le persone tendono a ricordare meglio le immagini rispetto alle parole. Numerosi studi hanno mostrato che le immagini sono più facilmente riconoscibili e richiamabili rispetto alle parole, specialmente quando sono colorate, dettagliate e con un alto grado di concretezza.

Questo effetto è spiegato in parte dalla teoria della codifica duale, ma anche dal fatto che le immagini sono più facilmente elaborate e integrate nella memoria a lungo termine. Inoltre, le immagini possono essere più facilmente associate a emozioni e ricordi personali, il che può rafforzare ulteriormente il processo di memorizzazione.

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Memoria semantica e memoria episodica

Ma come vengono memorizzate le immagini? In generale, esse possono essere memorizzate sia nella memoria semantica, che contiene la conoscenza generale del mondo e dei concetti, sia nella memoria episodica, che contiene i ricordi di eventi specifici e personali. Quando le persone vedono un’immagine, in sostanza, il cervello può elaborare rapidamente l’informazione e creare un legame tra l’immagine e le informazioni già memorizzate nella memoria semantica e episodica.

Questa connessione facilita e velocizza la comprensione dell’immagine, mentre nel contempo rafforza la memorizzazione dell’informazione che l’immagine stessa veicola con sé.

Le parole, al contrario, richiedono un processo di elaborazione più lento, poiché il cervello deve prima decodificare il linguaggio e poi collegarlo ai concetti e ai ricordi pertinenti nella memoria semantica e episodica. Questo processo più lento e meno diretto può rendere più difficile la memorizzazione e la comprensione delle informazioni presentate attraverso il linguaggio scritto o parlato.

 

Elaborazione top-down e bottom-up

Per integrare ulteriormente il discorso sulla percezione visiva, va ricordato che essa coinvolge due processi distinti: l’elaborazione bottom-up, che riguarda la percezione diretta delle informazioni sensoriali, e l’elaborazione top-down, che riguarda l’influenza delle conoscenze e delle aspettative preesistenti sulla percezione. Le immagini possono essere elaborate sia attraverso processi bottom-up che top-down, il che può facilitare la memorizzazione e la comprensione delle informazioni.

Nel caso delle immagini, l’elaborazione bottom-up riguarda la percezione diretta delle informazioni visive, mentre l’elaborazione top-down riguarda l’interpretazione e l’integrazione delle informazioni visive nel contesto delle conoscenze e delle aspettative preesistenti. Questo processo combinato di elaborazione bottom-up e top-down rende le immagini più facilmente comprensibili e memorizzabili rispetto alle parole, che richiedono – ancora una volta- un processo di elaborazione più lento e meno diretto.

 

Psicologia della percezione delle immagini e data storytelling

La psicologia della percezione fornisce quindi importanti spunti per comprendere perché le immagini tendono ad essere memorizzate e comprese più facilmente delle parole. La teoria della codifica duale, l’effetto di superiorità delle immagini, la relazione tra memoria semantica e memoria episodica, l’effetto Pictorial Superiority e l’elaborazione top-down e bottom-up sono tutti fattori che contribuiscono a rendere le immagini un mezzo di comunicazione più efficace ed efficiente rispetto al linguaggio scritto o parlato. Questa conoscenza può essere utilizzata per migliorare la comunicazione visiva e il design delle informazioni, sfruttando la potenza delle immagini per rendere le informazioni più facilmente comprensibili e memorizzabili per un’ampia gamma di destinatari.

D’altro canto, una delle principali sfide che deve affrontare chi si occupa tutti i giorni di data visualization e di presentare in modo semplice dati e informazioni complesse è proprio quella di sintetizzare e semplificare le informazioni in modo che il pubblico possa comprenderle rapidamente e facilmente. Le immagini, come grafici e diagrammi, possono aiutare a superare questa sfida, organizzando e presentando grandi quantità di dati in modo visivamente coerente e intuitivo. Questo permette alle persone di individuare rapidamente schemi, tendenze e relazioni all’interno dei dati, facilitando la comprensione e l’assimilazione delle informazioni.

Il data storytelling utilizza le immagini per raccontare storie basate sui dati, creando un collegamento emotivo tra il pubblico e le informazioni presentate. Se è vero che le storie sono un mezzo potente per comunicare informazioni, poiché sono in grado di suscitare emozioni e creare empatia, è altrettanto vero che le immagini possono migliorare ulteriormente l’efficacia delle storie basate sui dati, facilitando l’identificazione delle relazioni tra vari elementi di informazione e rendendo le storie più coinvolgenti e memorabili.

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Noemi Speciale

Un articolo scritto da Noemi Speciale

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