Abbiamo già parlato, su questo blog, di quanto sia cruciale un’adeguata rappresentazione visiva dei dati raccolti. È l’atto finale di un lungo processo strategico, che parte con la scelta delle variabili da monitorare per terminare con un ordinato grafico da consegnare nelle mani di chi dovrà poi prendere le decisioni. Le Leggi della Gestalt ci aiutano a creare report efficaci e intuitivi; approfondiamo in questo articolo le prime tre – ovvero vicinanza, uguaglianza, connessione.
Le Leggi della Gestalt sono dei principi enunciati nella loro prima versione nel 1923, che si concentrano su come il cervello umano raccolga e organizzi gli stimoli esterni per arrivare a una percezione immediata delle immagini che elabora.
Nella Data Visualization la percezione è essenziale: un grafico, una tabella, una qualsiasi rappresentazione visuale dei dati deve essere confezionata in modo tale da facilitarne al massimo la lettura e l’intepretazione. Le figure aziendali che la ricevono devono infatti essere in grado di rilevare senza sforzo, a colpo d’occhio, i pattern che la compongono: raggruppamenti, tendenze, strutture dei dati che vi sono rappresentati.
Capire come il nostro cervello elaborerà le informazioni visive è quindi il primo passo per creare grafiche efficaci. Le sei Leggi (o Principi) della Gestalt che ci interessano (in questo articolo abbiamo parlato approfonditamente di quanto siano utili nella strutturazione di una buona Data Visualization) sono:
- Vicinanza
- Uguaglianza
- Connessione
- Continuità
- Simmetria
- Chiusura
Ciascuno di questi principi può sembrare banale e intuitivo e, in un certo senso, lo è: risponde infatti alla nostra esperienza quotidiana. Non sono intuitive, tuttavia, né le conseguenze della loro applicazione, né la gerarchia che troviamo tra questi diversi principi.
Ricordiamo inoltre che queste ricostruzioni operano in forma preattentiva nella nostra mente: a colpo d’occhio, in altre parole, prima ancora di passare a un’analisi attenta e razionale. Anche per questo occorre una particolare attenzione a come vengono rappresentati i dati, per limitare lo sforzo cognitivo oltre che per evitare di trasmettere impressioni non corrette.
In questo articolo vedremo in cosa consistono i primi tre principi tra quelli elencati: vicinanza, uguaglianza, connessione. Potremo così utilizzarli consapevolmente per creare una reportistica più efficace.
Il principio della vicinanza
Il principio della vicinanza afferma che la nostra mente crea connessioni tra gli elementi contigui dal punto di vista spaziale.
Si tratta forse della Legge della Gestalt più importante perché influisce nell’organizzazione di oggetti differenti, ma vicini tra loro, consolidandoli in strutture immediatamente riconoscibili.
Accostare elementi tra loro può consentire di suggerire l’ordine di lettura di una tabella, oppure di vedere vedere un insieme unico laddove ci sono solo puntini separati tra di loro.
Un tipico esempio di grafico che sfrutta il principio della vicinanza è il grafico a dispersione: i diversi punti, ciascuno dei quali risulta dall’incrocio tra un preciso valore delle ordinate e uno delle ascisse, si distribuiscono nello spazio. Siamo istintivamente portati a considerare “simili” i punti tra loro vicini e “diversi” quelli tra loro lontani; nelle zone dove si concentra una grande quantità di punti quindi identifichiamo un preciso cluster relativo al fenomeno in esame.
Attenzione, però: proprio per la sua apparente inattaccabilità, a volte il principio della vicinanza può tradire. Due punti possono sembrarci vicini a causa di interferenze di altri elementi (ad esempio la presenza di cluster) ma essere in realtà decisamente lontani, o viceversa.
Quando questo rischia di accadere, il grafico dovrà premunirsi di ricorrere anche ad altri trucchi per ribadire le relazioni corrette tra gli elementi, ad esempio utilizzando colori e forme differenti (si veda il paragrafo successivo).
In altri grafici o nelle tabelle, la vicinanza può essere utilizzata per avvicinare tra loro elementi che vogliamo vengano considerati come parte di un insieme unico o tra le quali vogliamo stimolare il raffronto: ad esempio per evidenziare diverse serie temporali da confrontare tra loro.
Il principio dell’uguaglianza
Secondo il principio dell’uguaglianza la nostra mente crea connessioni tra gli elementi che hanno forma e/o colore uguale.
Per capire meglio cosa significa questo principio torniamo all’esempio del grafico a dispersione. Colorando alcuni dei punti del grafico in un altro colore rispetto agli altri, chi lo consulta sarà portato a mettere in relazione tra loro gli elementi dello stesso colore anche quando sono spazialmente distanti.
Esiste infatti una precisa gerarchia nel modo in cui il nostro cervello considera i diversi principi di cui stiamo parlando: l’uguaglianza vince sulla vicinanza, per cui il lettore metterà in relazione prima gli elementi uguali per forma e/o colore e solo dopo quelli vicini tra loro.
Ecco, quindi, che il principio dell’uguaglianza può servire al grafico per evidenziare alcuni elementi, facendoli risaltare rispetto a tutti gli altri, per porre l’attenzione su determinati trend o combinazioni di dati.
L’utilizzo di colori o forme diverse è utilizzato anche per evidenziare la presenza di sottoinsiemi di dati, aumentando la leggibilità e l’intuitività del report grafico.
Il principio della connessione
Esiste un modo ancora più semplice e potente per indicare alla nostra mente che deve mettere due elementi in relazione tra loro: ovvero disegnare fisicamente una linea di connessione.
La relazione che c’è tra diversi elementi uniti da una linea sarà evidentemente più forte di forme o colori diversi, di vicinanza o lontananza spaziale.
Questo semplice espediente può essere utilizzato per indicare senza ambiguità alcuna i trend che si vogliono evidenziare, oppure per rendere più facile un confronto tra gruppi di elementi diversi.
Il principio della connessione è quindi il principio più immediato, quello da preferire ogni volta che sia applicabile. Proprio come le forme e i colori, poi, le linee di connessione possono essere utilizzate anche dove non essenziali, quando aiutano ad aumentare l’immediatezza e la leggibilità del grafico.
Gli altri principi: continuità, simmetria, chiusura
Vicinanza, uguaglianza e connessione indicano in sintesi il modo in cui il nostro cervello mette in relazione tra loro prima di tutto coppie di elementi, e poi di conseguenza anche gruppi più ampi.
Gli altri tre principi che compongono le Leggi della Gestalt, ovvero continuità, simmetria e chiusura, hanno invece maggiormente a che fare con la rappresentazione spaziale di un numero più ampio di elementi.
Li vedremo, però, nel prossimo articolo. Continua a seguirci!