Pubblicato il 20 Novembre 2019Ultimo Aggiornamento: 3 Settembre 2021

Lunghe trecce bionde. Sguardo incattivito, a metà tra la rabbia e la voglia di ribellione. Un impermeabile giallo che la accompagna spesso e milioni di ragazzi (e non) che da mesi ormai protestano insieme a lei. È Greta Thunberg, la sedicenne svedese assurta oramai a simbolo della lotta al cambiamento climatico.

Che piaccia o meno e al di là delle teorie sulla manipolazione di cui sarebbe vittima, resta un fatto inconfutabile: è anche grazie alla potenza mediatica di questa giovane donna che nel 2019 il tema “climate change” ha dominato notiziari e approfondimenti, summit politici e opinione pubblica. Tanto che una dataviz di Ed Hawkins (a onor del vero creata prima del ciclone Greta) nell’ultimo anno è finita su tram, cravatte, cartelloni e perfino sul palco di una band. Ma andiamo con calma.

Il precedente: la spirale del clima alle olimipiadi di Rio 2016

Ed Hawkins è un astrofisico e climatologo: professore di Climate Science all’Università di Reading, si occupa di studiare il cambiamento climatico e di divulgarne le nozioni di base. Fuori dalle aule in cui insegna ai suoi studenti, per parlare al grande pubblico Hawkins ha scelto di accantonare libri e pubblicazioni scientifiche. Per sensibilizzare la popolazione mondiale sul tema, già da qualche anno ha optato per la data visualization, un canale di comunicazione trasversale a tutte le lingue. 

Il primo straordinario successo risale al 2016: la Spirale del clima, un grafico radar interattivo che mano a mano mostra la temperatura media toccata negli anni tra il 1850 e il 2016 divenne immediatamente virale. Il dimensioni crescenti della spirale, unitamente a un cambiamento cromatico che va dal viola al giallo intenso, raccontano con immediatezza l’innalzamento delle temperature terrestri. La vedete qui sotto, in tutta la sua ipnotica efficacia. 

La Spirale del clima

Vi ricorda qualcosa? C’è un’alta probabilità che l’abbiate già vista, perché venne proiettata alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Rio dello stesso anno. Fu questa straordinaria data visualization a valergli il premio per la Comunicazione delle Scienze Climatiche della Royal Meteorological Society nel 2017. Eppure la Data Viz che lo avrebbe consacrato nella top 10 delle persone più influenti in materia di clima doveva ancora essere pubblicata. 

Warming Stripes: i cambiamenti climatici a colpo d’occhio

Una visualizzazione virale condivisa via Twitter persino da Bernie Sanders, un prestigioso premio vinto, una proiezione alle olimpiadi: Hawkins avrebbe potuto fermarsi qui, eppure non lo fa. Per un climatologo come lui, professore e ricercatore, la spinta alla divulgazione è troppo forte per adagiarsi sugli allori. E così nel maggio del 2018, a due anni di distanza dalla spirale che tanto era stata apprezzata, pubblica una nuova visualizzazione dati. Un grafico che (lui ancora non lo sa) avrà una fortuna ben maggiore di quella ottenuta dal suo precedente lavoro. Si chiama Warming Stripes e, come spesso accade, nella sua semplicità è geniale. 


Warming Stripes

Warming Stripes è uno di quei colpi di genio che sopraggiungono solo dopo giorni, mesi, anni di riflessione e che fanno esclamare “era così ovvio, perché non ci abbiamo pensato prima?” A ben vedere, è una data viz che davvero chiunque sarebbe in grado di riprodurre in pochi minuti, eppure – appunto – nessuno ci aveva pensato.

Si tratta di un grafico ancora più semplice della spirale che l’aveva preceduto: in questo caso l’informazione è veicolata unicamente dal colore. Per ogni anno dal 1950 al 2017, è stata calcolata la temperatura media del pianeta: poi, i dati sono stati codificati in una scala cromatica che va dal blu al rosso. A questo punto, Hawkins ha assegnato ad ogni dato una barra di egual misura: se alcune sembrano più spesse delle altre, è solo perché per più anni consecutivi si è registrata la stessa temperatura media. Per spiegarne la costruzione, non serve aggiungere altro: è, come dicevamo, una data visualization davvero semplice. E proprio per questo funziona…

#ShowYourStripes: quando la data visualization ha successo

C’è un motivo se si passa dai numeri ai grafici, dai dati alle visualizzazioni: perché per le persone è più semplice comprendere a colpo d’occhio un’immagine che consultare tabelle o leggere lunghi paper scientifici. È per questo stesso motivo che, nella maggior parte dei casi, più sono semplici e meglio funzionano. 

La potenza di questa visualizzazione sta nell’essere immediatamente comprensibile. Basta dire “questa data viz mostra i cambiamenti climatici degli ultimi 170 anni” che subito chi la guarda si rende conto che la temperatura terrestre si sta alzando molto velocemente. Si passa dal blu (il colore freddo per eccellenza) al rosso, un colore estremamente caldo. Codici, convenzioni, ma soprattutto intuito: è per questo che le famigerate strisce hanno successo. 

“They translate complex data into an easily accessible format that transcends language and needs almost no context to explain it.”

Ed Hawkins dixit. E cioè, che le strisce traducono dati complessi in un formato facilmente accessibile che trascende le lingue e non necessita quasi di nessun contesto per spiegarle.

E così, grazie alla loro potenza comunicativa, il successo arriva immediato: al Festival di Reading di quest’anno gli Enter Shikari, gruppo electronic-rock popolarissimo in Gran Bretagna, usano una gigantografia delle strisce per la scenografia del palcoscenico da cui si esibiscono. 


Il palco degli Enter Shikari al Festival di Reading 2019

È l’ennesima consacrazione: nei mesi precedenti tantissime persone avevano stampato le Warming Stripes su borse, t-shirt e cravatte. Alle manifestazioni per protestare contro i cambiamenti climatici, migliaia di persone hanno marciato esibendo (e lo fanno ancora oggi) cartelloni che rappresentano le Stripes. L’attivismo di Greta ha creato clamore mediatico sul tema e le strisce hanno acquisito, di pari passo, fama e notorietà. Ma l’esibizione più straordinaria è forse quella avvenuta nella città tedesca di Friburgo. Un tram unico nel suo genere ha fatto la sua apparizione sulle strade…


Un tram a Friburgo mostra i cambiamenti climatici della città tedesca

 

Non si trattava, però, delle “solite” strisce. Bensì quelle relative esclusivamente alle temperature di Friburgo.
All’inizio dell’anno, infatti, Ed Hawkins ha lanciato ShowYourStripes, un sito web dove ognuno può vedere (e, se lo desidera, scaricare) la data visualization dei cambiamenti climatici relativi ai differenti paesi del mondo. Così l’innalzamento delle temperature diventa anche storia personale: seguendo l’hashtag, stampando le strisce, condividendole e mostrandole a propria volta, ognuno racconta la sua. 

Le Warming Stripes dell’Italia

È Data Storytelling nella sua forma più pura. E diventa un mezzo potentissimo per cambiare il destino del mondo interno. Perché, per dirla con Ed Hawkins, “The more people that see and understand this huge problem, the better chance we have of solving it.”

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